L’attenzione verso il biologico negli ultimi anni è cresciuta, anche a seguito dei numerosi studi di correlazione tra la presenza di residui di pesticidi ed erbicidi negli alimenti, così come nelle acqua e nel suolo, e l’incidenza crescente di malattie, quali forme rare di tumore e in giovane età.
Possiamo accostare il termine biologico alla parola “naturale”. Principalmente legato alla biologia ovvero a tutto ciò che è organico, il termine biologico è prevalentemente diffuso in riferimento all'agricoltura ed al cibo. In realtà, spesso l’uso del termine "biologico" quando riferito ad un prodotto è improprio: l'attività agricola, biologica o convenzionale, verte sempre su un processo di natura biologica attuato da un organismo vegetale, animale o microbico. La differenza sostanziale tra agricoltura biologica e convenzionale consiste nel livello di prodotti di sintesi chimica introdotti nell'agrosistema: nell'agricoltura convenzionale si impiega un notevole quantitativo di concimi e fitosanitari prodotti in laboratorio, quindi da processi industriali; al contrario, l'agricoltura biologica si fonda sul rispetto dell'agrosistema e dell'ambiente, pur essendo in parte basata sull'ausilio di fitosanitari, che al contrario però, non contengono sostanze di sintesi, ma sostanze di origine organica e naturale. Attenzione, però, perché anche le sostanze “naturali” possono avere un impatto sull'ambiente; ad esempio il rame, ammesso nella produzione biologica dell’uva, è da tempo considerato un inquinante, tanto che il suo uso viene sempre più ristretto dalla Comunità Europea.
Forse sarebbe meglio parlare di agricoltura organica o ecologica, secondo cui la centralità del processo produttivo risiede nel trovare una forma a basso impatto ambientale, salvaguardando la fertilità del terreno, evitando ogni forma di inquinamento durante tutto il ciclo produttivo e garantendo alimenti di elevata qualità nutritiva e in quantità sufficiente.
E se si rispetta l’ambiente con scelte e soluzioni ecologiche, si tutela l’esistenza di tutti gli esseri viventi che lo abitano e delle generazioni future.
E ricordiamo che il punto non è solo la tossicità dei prodotti di sintesi in quanto tale, ma è anche il fatto che questi vanno ad interferire con il nostro sistema immunitario ed ormonale perché si tratta di sostanze che il nostro corpo confonde con quelle fisiologicamente proprie. Molte sostanze, infatti, sono definite come interferenti endocrini, portando all'aumento di malattie autoimmuni, infertilità, difetti alla nascita, disturbo dello sviluppo cognitivo e sessuale, malattie cardiovascolari, malattie metaboliche come obesità e diabete.
L’invito è quindi di fare scelte “logiche” ricordandoci dell’impatto che la qualità del cibo ha sulla nostra salute e riflettendo sul potere che le nostre scelte di acquisto hanno sul mercato. Qualcosa si sta muovendo e alcuni divieti stanno arrivando dall’alto, come per esempio la proibizione del glifosato a partire del 2022, ma dobbiamo continuare a credere e ad agire perché il cambiamento sia in noi e nelle nostre abitudini quotidiane.
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