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Lo zucchero manda in tilt il tuo cervello!

Aggiornamento: 26 mar 2020



Tra le dipendenze che in molti sottovalutano c’è proprio la sabbia bianca che spopola nelle nostre cucine. Più ne consumiamo e più ne sentiamo il “bisogno” di assumerne!

E se ne restiamo troppo senza ci sentiamo nervosi, irascibili, con un tono dell’umore inspiegabilmente pessimo. Questo è proprio quello che succede con qualsiasi droga che, stimolando il sistema endocannabinoide endogeno, attiva i meccanismi della "ricompensa" e causa la produzione di ormoni associati a sensazioni di benessere, come la dopamina, creando stati di dipendenza, astinenza ed assuefazione.

L’impatto dello zucchero lo vediamo anche nei più piccoli, agitati, irrequieti e con gravi problemi di attenzione.

Lo zucchero è una molecola ad elevato assorbimento gastrico che, una volta ingerita, viene rilasciata nel torrente ematico e va ad attivare recettori in una vastità di tessuti periferici, specie in quello epatico, muscolare e pancreatico stimolando quest’ultimo alla sintesi di ormoni, quali l’insulina, che dà l’input per l’internalizzazione tissutale di glucosio con lo scopo di abbassarne i livelli ematici e creare fonti energetiche di deposito. Oltre al fatto che un abuso cronico di zucchero si correla con aumento di deposito adiposo, non possiamo trascurare il rischio di diabete o comunque di scompenso regolatorio dovuto allo stress lavorativo che il pancreas si trova a dover gestire nel tentativo di mantenere costante la glicemia. Il pancreas si può “esaurire” e non produrre più sufficiente insulina, o i tessuti possono diventare insensibili all’azione dell’ormone e non captare più il glucosio circolante.

A livello centrale, il glucosio è il principale nutrimento per i nostri neuroni poiché è l’unico zucchero semplice, o meglio monosaccaride, in grado di attraversare la barriera che separa il sangue dal cervello, per raggiungere i neuroni. Ma non è necessario mangiare zucchero a cucchiaiate per avere in circolo del glucosio pronto a dare energia al cervello, e nemmeno abbuffarci di torte, biscotti, merendine e bibite. Il nostro corpo, infatti, è in grado di ottenere tutto il glucosio che ci serve dai carboidrati complessi (amidi) di pasta, pane e patate, nonché dagli zuccheri semplici presenti naturalmente nella frutta e nel latte (per i fortunati in grado di digerire il lattosio), solo per fare alcuni esempi. Ma in caso di necessità può ricavarli anche dai grassi e persino dalle proteine.

Sebbene sia vero che in stati di ipoglicemia facciamo esperienza di stati confusionali, irritabilità e spossatezza, un simile malessere lo si osserva anche quando c’è eccesso di glucosio. Questo perché mangiare un dolce o bere una bibita zuccherata causano un incremento dei livelli di zucchero del sangue, seguiti da un repentino calo. Quando il livello di zucchero nel sangue crolla inevitabilmente ci si può sentire ansiosi, lunatici o depressi.

Studi su topi hanno non solo dimostrato che consumare massicce dosi di zuccheri causa lo sviluppo di una resistenza all'insulina, ma anche che una dieta troppo ricca di fruttosio danneggia la memoria e l'apprendimento alterando l'attività delle sinapsi cerebrali e rallentando la comunicazione tra neuroni.

L'insulina regola anche le funzioni delle cellule cerebrali e rafforza le connessioni sinaptiche tra i neuroni, aiutandoli a comunicare meglio e di conseguenza ricordare più facilmente. Di conseguenza il calo di insulina, causato dall'assunzione eccessiva di zuccheri, danneggia le capacità cognitive.

Poiché ingerire zuccheri stimola il rilascio di un neurotrasmettitore i cui effetti migliorano l'umore, la serotonina, attivare costantemente la produzione di questa sostanza può esaurirne le limitate riserve di cui il nostro organismo dispone, provocando sintomi che possono contribuire alla depressione. Livelli cronici di zucchero troppo alti nel sangue sono stati anche collegati alle infiammazioni cerebrali che potrebbero essere una delle cause di malattie neurodegenerative, quali l’Alzheimer, oggi definita anche “Diabete di tipo 3”.

Dunque il limite massimo giornaliero di zuccheri semplici fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è di 10% delle calorie (50 grammi in una dieta da 2.000 kcal), ma nuove linee guide suggeriscono di abbassare la soglia al 5%, pari a 25 grammi al giorno. Provate a fare il conto degli zuccheri mangiati durante la giornata: scoprirete che oltrepassare i limiti con le attuali abitudini alimentari è molto più facile di quanto si pensi…

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