La giuggiola è il piccolo frutto dolce prodotto dal giuggiolo, albero originario dell’ Estremo Oriente e Cina dove viene coltivato per uso alimentare ed utilizzato, in tutte le sue parti (semi, frutto, foglie e radici) con scopi medicinali da più di 4000 anni.
Cresce facilmente nelle aree caratterizzate da climi caldi e asciutti e non è raro trovare alberi di giuggiolo anche da noi, poiché questa specie, arrivata con i romani, è oggi ampiamente coltivata e utilizzata anche a scopo ornamentale.
Le giuggiole si consumano fresche o essiccate e la medicina tradizionale attribuisce a questi frutti innumerevoli proprietà e benefici per la salute, tra cui quello di ridurre gli stati d'ansia accompagnati da palpitazioni e nevrastenia, e di agire come lassativo lenitivo, grazie alla presenza di antrachinoni, tannini e fibre.
Le giuggiole hanno anche proprietà anti-infiammatorie, anti-ossidanti e anti-proliferativi nonché utile al mantenimento dalla salute cardiovascolare e della pulizia dei vasi sanguigni, grazie al contenuto di flavonoidi e glucosidi.
Per quanto riguarda vitamine e sali minerali, le giuggiole contengono ben 20 volte più vitamina C rispetto a qualsiasi tipo di agrume e sono ricche anche di vitamine del complesso B, manganese, potassio, ferro, calcio e fosforo.
Interessante è il fatto che la giuggiola contiene ben 18 diversi tipi di aminoacidi rendendo questo frutto anche un valido supporto per muscoli, ossa, sintesi di ormoni, funzionamento degli enzimi e sistema immunitario.
Dal punto di vista nutrizionale, 100 grammi di frutto fresco apportano 79 calorie e contengono circa 20 g di carboidrati e 1 g di proteine. Ovviamente le calorie aumentano a 287 quando i frutti vengono essiccati.
Se raccolte quando non ancora del tutto mature, le giuggiole sono verdognole (sembrano delle olive) e hanno un sapore simile alla mela. A maturazione completata, nel periodo tra settembre e ottobre, invece assumono una tinta scarlatta, la buccia comincia a diventare rugosa e il gusto si fa decisamente più dolce, simile a quello di un dattero (tanto che l’albero è anche detto “dattero cinese”).
Le giuggiole, oltre al consumo fresche o essiccate, si prestano molto bene ad essere candite; è possibile trasformarle in confetture oppure ottenere sciroppi per dolcificare tè e infusi. Snocciolate e conservate sotto spirito si prestano per vari abbinamenti originali in cucina, ad esempio con formaggi stagionati o piatti di carne. È inoltre possibile utilizzare giuggiole fresche al posto delle mele nelle ricette di alcuni dolci come crostate o strudel, oppure sostituire l’uvetta con le giuggiole essiccate nei biscotti secchi e altri prodotti da forno. Nella zone padovane, le giuggiole sono molto apprezzate quando utilizzate per il brodo di giuggiole, un liquore che si presta come ingrediente in pasticceria per tantissime ricette, abbinabile con il gelato, oltre che al bar per insoliti cocktail.
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